Chester Bennington aveva ingerito una discreta quantità di ecstasy e alcol prima di uccidersi.

Il leader dei Linkin Park è stato trovato privo di vita nella sua casa di Palos Verdes, California, il 20 luglio di quest’anno.

Gli agenti arrivati sul luogo non poterono far altro che constatarne il decesso per impiccagione.

Dai risultati dell’esame tossicologico, ottenuti da TMZ.com, è chiaro come il cantante avesse interrotto il suo periodo di sobrietà, dopo aver a lungo lottato in vita contro la dipendenza dall’alcol: nella camera di Bennington sono state trovate diverse bottiglie di birra vuote, tra cui una Stella Artois e una Corona, e il sedativo Zolpidem, che gli era stato prescritto dal medico per combattere l’ansia e la depressione.

I demoni erano tornati a bussare alla porta di Chester poche ore prima del gesto estremo: trovate nella sua camera da letto e sul tavolo anche diverse unghie del cantante, che, come raccontato dalla vedova Talinda, era solito rosicchiare quando era particolarmente nervoso.

Il 27 ottobre si è tenuto a Los Angeles un concerto dei Linkin Park in onore del loro frontman: allo show hanno partecipato anche i Blink-182, i System of a Down e Jonathan Davis dei Korn.

Durante l’evento è intervenuta Talinda, che ha ringraziato i fan per il sostegno dimostrato in questi mesi da parte dei milioni di fan di Chester.

'Era incredibilmente orgoglioso della musica prodotta. Sapeva di aver salvato delle vite. E salvare vite è l’unico modo che abbiamo per onorare la memoria di Chester. È tempo di riconoscere che la salute mentale è importante quanto la salute fisica. La mia missione sarà da oggi in poi riuscire a rendere maggiormente accessibili i servizi per la cura delle malattie mentali'.

Il ricavato del concerto è stato interamente devoluto alla One More Light Fund, Music for Relief, fondata in memoria di Bennington.

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