Chi se lo poteva aspettare. Un figlio del popolo del blues cresciuto nelle gelide terre scandinave.

Ve lo immaginate un ragazzino norvegese che scioglie ghiacciai a colpi di slide?

In definitiva anche il blues condiziona il riscaldamento globale..

Giunto alla maturità , il terzo episodio Rune Nordvik ci consegna “The Deepest Pain” , che offre forse troppe cover ma chiarisce da subito le influenze del gruppo.

3 i pezzi di Jonny Winter , 1di Mark Knopfler ed 1 di Albert Collins.

Le 7 composizioni originali propongono un blues figlio degli artisti di qui sopra, infettate di buone dosi di rock maschio , a tinte morbose (voodoo-folk? Swamp-Soul?).

Si tratta semplicemente di un omaggio al blues americano degli ultimi 50 anni.
Mi vengono in mente gruppi stile Electric Mudd , Danny Briant e decine d’altri.

Tra i vari pezzi segnalo la spigliata“Ain’t the Same”, alla Steve Ray Vaughan e la progressione di “Got to Have You” con organo e chitarre a fare staffetta tra loro.

Niente male anche la “title-track” e “Vooing You”.

Anche se l’album manca di un pò di originalità, cosa ovvia visto il genere , vanta un’esecuzione appassionata e competente.
I Papaslide , in effetti, suonano , e suonano bene.

Give me my blues.

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